Le mie foto vengono appese. Milano, 2012 © MiLo Sciaky
Incaricato dal magazine WIRED, ieri pomeriggio ho provato, in anteprima, la nuova fotocamera Mirrorless di Canon. La Eos M.
Prima di aver potuto dare sfogo alla mia attività di test-man sono stato costretto ad assistere alla presentazione del prodotto (io che fatico a ricordarmi chi tra Canon e Nikon utilizzi le cifre
prima delle lettere maiuscole per identificare i suoi modelli).
Ligio al mio incarico ho addirittura preso appunti mentre i due esperti dell'azienda illustravano alla platea le caratteristiche della fotocamera digitale. Terminata la spiegazione si è avvicinato al tavolo degli oratori quello che sarebbe, immagino, dovuto essere l'addetto al reparto stampanti di Canon, con il compito, a sua volta, di parlare brevemente di quel comparto. Le stampanti appunto.
Magari perchè direttamente interessato, magari perchè tecnico illuminato, magari perchè alla ricerca della battuta d'effetto, il tizio in questione ha esordito con la seguente frase: "sappiamo tutti che una fotografia non è tale fino a quando non viene stampata". Preso dall'entusiasmo ho applaudito. Forse ho anche detto "bravo!". Ad alta voce. Forse pensavo che tutti i presenti condividessero, senza riserve, la mia militanza fotografica. Forse ero seduto da quasi un'ora e avevo bisogno di una scossa di vita. Ho applaudito per un secondo e mi sono sentito orgoglioso di averlo fatto. Il secondo dopo mi vergognavo un pochino, ma anche chissenefrega.
Dopo le 2 ore di tour con in mano la nuova macchinetta siamo tornati alla base e le foto scattate sono effettivamente state stampate. Come un bambino ho subito chiesto di poterle portare a casa con me e adesso ce le ho qui sul tavolo. Sono piccoline, non certamente le più belle immagini che io abbia mai prodotto, ma sono reali, giro lo sguardo e me le trovo li senza che vengano coperte dalle finestre di Facebook, di Twitter, del Corriere o dell'home banking. Le posso prendere in mano e appoggiare. volendo potrei incorniciarle e appenderle al muro, appiccicarle in un album e non guardarle mai più.
Una foto esiste se stampata. Certo. Bisogna capire cosa intende ognuno con il termine fotografia, ma per me può benissimo essere così: che le altre immagini, miliardi, sono solo dei file in rete o in formato digitale che aspettano di venire stampate.
Uno dei tanti parametri per capire a che tempo apparteniamo: l'esistenza dei supporti, la fisicità degli oggetti. Diciamola così: il loro significante è un parametro fisico. Siccome sono ancora più VECCHIO di te (ma renzianamanete sono ancora un giovane, e tu un bimbo nella culla), credo di condividere la stessa sensazione, ma penso anche che siamo l'ultima generazione. Forse spero di no. Una fotografia esiste se ha quella sua veste, il corpo stampato. Per chi nasce oggi, non so immaginare cosa possa essere tra venti, trent'anni avere per le mani la stampa di un'immagine vista e rivista ovunque in altro modo, quando la generazione degli smartphone sarà roba vecchia. Ci verranno poste domande come: cosa vuol dire stampare? Perchè decidevate di farlo, anche SE NON SERVE? "Sai, una volta se non stampavi una fotografia, non esisteva". Del resto, mi raccontavi proprio tu qualche tempo fa, se non erro, che già ti chiedono come si sviluppava un rullino, ai vecchi tempi dell'analogico. Mi sa che non sei più tanto giovane nemmeno tu :-))
RispondiEliminaIl provino della foto con me e mia moglie diciottenni nel mare delle Eolie capeggia da sempre sul mio comodino, oggi accanto all'iPhone in carica.
RispondiEliminaQuesta singola immagine lotta contro 16 GB di altre stipate nel mio "telefono".
...
Ma lotta davvero...???
...
Per me non c'è ancora storia.
;-))
Adriano, sono abbastanza vecchio da essere riuscito a passeggiare, innamorato, mano nella mano con i rullini e si, abbastanza giovane da dirmi "fiuuuu, per un pelo rischiavo di cominciare la mia attività già con il digitale".
RispondiEliminaIo credo che tra trant'anni, come tra quaranta, cinquanta e così via, i giovani veri, saranno talmente bombardati da chissà che prodotti pazzeschi che saranno ben contenti di preservare quelle stampe diventate "vintage" come tesori del passato, così come noi facciamo con le statue del 400, le tele del 500 e le specchiere dell'800. Continuo a preferire il mobile antico a quello Ikea per dirne una.
Simone, tu sei furbo come una faina. Hai inserito nel discorso una donna attribuendole un'età passata (uguale alla tua) impedendomi, con questo escamotage, di fare dell'ironia su quanto tempo sia passato da allora, la vecchiaia ecc.. Da galantuomo non posso che fermarmi qui. Hole mani legate :-) Quei provini, tuttavia, assumono valore proprio perchè hai SCELTO di dargli vita. Una potenzialità ancora latente per quello che è contenuto iun quei 16 gb!