lunedì 6 febbraio 2012

A ognuno la sua Opera

"Cantonese opera show" Hong Kong 2012, video/photo: Milo Sciaky



Al termine dello spettacolo, tra un "bye bye", un sorriso e un altro, un'attrice paffutella di cui non conoscero' mai il viso reso assolutamente irriconoscibile dagli strati di trucco passato ore prima, prima ancora che ci lanciassimo in un tuffo nel passato e piu' precisamente di un suo viaggio in Italia e di quel posto di cui proprio-non-ricordava-il-nome-ma-era-bellissimo, mi ha chiesto se allora avessi gradito il mio primo spettacolo di Opera Cantonese e se la trovassi tanto diversa dalla famigerata Opera italica...  --------------  Senza millantare conoscenze che non possiedo mi sono timidamente arreso all'evidenza che mi ha schiaffeggiato stizzita sulle guanciotte: ho dovuto ammettere che di Opere, nel mio paese, non ne ho mai viste. Ebbenesi. Io da giovane guardavo la televisione. E ci provavo pure tanto gusto. Sempre di cultura si tratta comunque. O no? 
Il fatto e' che da queste parti sono molto preoccupati (alcuni) delle sorti di questa pittoresca e altamente estetica nonche' cantilenante forma d'arte tradizionale. I giovani non se la cagano, la trovano antica, per giunta impossibile da capire visto che i testi sono in cinese vecchissimo e preferiscono guardare a occidente per importare tendenze e pillole di cultura pop, lasciando che un pezzo della loro tradizione danzi via, una volta per tutte. Con la sola differenza che e' estremamente raro trovare a Hong Kong, figuriamoci poi in Cina, un giovane moderno e figo che si cimenti in qualche attivita' prettamente orientale. E non si pensi che tutti i cinesi siano campioni di Kung Fu!



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