venerdì 3 febbraio 2012

Facile quanto una nuotata

"Toni pastellosi al confine cinese" Hong Kong 2012, Ph: Milo Sciaky



E poi ti svegli dirigendoti subito in cucina per il cafe' mattutino e in salotto trovi una biciclettina. Il giaciglio del tuo amico e' sfatto. A quest'ora, stara' gia' battendo i tasti sul computer del lavoro mentre il tuo, invece, oggi, dovrebbe consistere nel cercare qualcosa che abbia un senso catturare, che ti incuriosisca o ti attiri o che pensi possa incuriosire e attirare qualcun'altro. Perche' in fondo, per quanto bello, vario e stimolante, un lavoro e' sempre un lavoro.
E poi delle mani invisibili ti scuotono dal torpore e d'un tratto la cosa piu' giusta da fare ti sembra proprio prendere la sua bicicletta e pedalare lungo le ampie e tranquille strade di Tin Shui Wai, costellate da decine di palazzoni carichi di umanita' di cui non saprai mai niente e dirigerti verso l'estremita' nord di Hong Kong, cosi diversa dalle cartoline dello skyline illuminato, ma che tanto piu' sembrerebbe voler raccontare a un orecchio che a tratti potrebbe essere capace di ascoltare.
Pedalando tutto scorre alla velocita' perfetta, lascia il modo di contemplare. Camminare e' un'ottimo modo per scoprire i luoghi, ti permette di immergerti e fonderti con essi, ma dopo un po' spacca i maroni.
Lau Fau Shan dista forse 15 minuti ed e'  uno degli ultimi insediamenti di pescatori ancora presenti a Hong Kong prima che la necessita' di terreni edificabili spingesse l'amministrazione locale a provvedere bonificando una vastissima area, per la maggior parte paludosa, a nord di Kowloon e dell'Isola, poi chiamata Nuovi Territori. 
Ci arrivi quasi per caso. Il villaggio si trova sulla punta nord occidentale della penisola che confina con la citta' cinese di Shenzhen, un paese di pescatori a sua volta fino a una quindicina di anni fa e ora una delle metropoli piu' industrializzate del mondo. Per intenderci, dove ha sede la fabbrica in cui si costruiscono gli I-Pad e in cui gli operai si suicidano. La porta meridionale per la Cina (o viceversa).
Attraversi un mercato del pesce, qualche lercio ristorantino e alcuni pescatore intenti a fracassare le teste dei pesci al suolo con dei coltellacci o a mani nude. Arrivi in riva al mare, le gambe rigide come blocchi di cemento, incroci qualche soldato e alcuni funzionari di polizia aggirarsi fra i banchetti, un'enorme torretta che poco ha a che vedere con un faro per le imbarcazioni e un mastodontico ponte alla cui estremita' opposta si accalcano tanti palazzoni avvolti nella nebbia, sembrano cosi piccolini da li, e percepisci di non trovarti in un posto qualunque.
Pensi come una semplice bicicletta, apparsa dal nulla, ti abbia portato in un posto cosi curioso e a quanto bastino poche circostanze fortuite a dare un senso a qualcosa che era nato senza. Poi un uomo ti si avvicina con il sorriso. Lo segue mestamente una signora intimorita dalla presenza di uno straniero in un luogo cosi remoto. "From there.." indicando la costa opposta avvolta dai fumi delle fabbriche "few hours swimming and you are here". Tiro di sigaretta e altro sorriso per lasciare ad intendere.
Semplice quanto una nuotata. 
Guardi l'acqua difronte a te con occhi diversi ora. Chissa' quante storie da raccontare avrebbe.
Poi ti volti e in mezzo alla vegetazione intravedi i complessi residenziali di Tin Shui Wai da dove provieni, famigerati per essere un enorme ghetto all'aperto per migliaia di famiglie cinesi immigrate a Hong Kong in cerca di un futuro migliore.
Pedalando sulla strada del ritorno sei felice. Avrai fatto si e no una decina di fotografie, ma hai imparato una lezione importante sul come scoprire qualcosa che non provava neanche per sogno a nascondersi e ti senti fortunato a fare quello che fai perche' ora senti di poterlo fare meglio. Pedali e ti chiedi quanti di loro, dietro quelle minuscole finestrelle tutte uguali, si siano fatti una bella nuotata nelle torbide acque che ti sei appena lasciato alle spalle.

11 commenti:

  1. Sembra che più che un reportage fotodrafico farai un libro di viaggio. Comunque scrivi bene.

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  2. E' tutto in divenire. Procedo e spero in un'evoluzione qualsiasi. Cosa uscira' da tutto cio' e' da vedere Foto, parole, una Hong Kong ID card, mah :-)
    Grazie!

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  3. complimenti! leggendo questo reportage mi è sembrato di essere presente! Grazie

    Giada

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  4. ma che beltà di scrittura, la penna che produce cotanto blog deve essere un Pari di Inghilterra, veramente vivissimissimissimi comlimenti a te e alla tua penna multimediale !

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    1. Optimus, le tue lusinghe giungono al mio ego ingigantite dal sapiente uso che a tua volta fai della penna. Quasi quasi mi sembra che tu stia esagerando un tantino, che sia di proposito in una sublime forma di ironica deferenza adulatoria?

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  5. ministro cinese della salute pubblica: no-s'urina-su-muri7 febbraio 2012 alle ore 00:24

    anche io cmq mi sentivo presente mi sembrava quasi di essere sul rishò guidato dalla tua bici !! quasi quasi ti do la mancia !

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  6. Bella, bella davvero questa tua descrizione intensa e leggera insieme. Il tuo occhio vede e la tua sensibilità elabora: proprio quello che si definisce...l'occhio di un artista, ma con un ineffabile tocco di ironia. Un vezzo, una brezza, una carezza...
    Sono d'accordo con il commento precedente: oltre al reportage fotografico potresti proprio fare un libro di viaggio.
    Complimenti! Un'ammiratrice

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  7. optimusprime-ministro ai robot cinesi7 febbraio 2012 alle ore 01:48

    l'anonimo è sempre milo che autoincensa !! molto poco democratico direi !

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  8. Certo signor Ministro ai robot (cinesi). Sono cosi democratico che permetto i commenti, innanzitutto ad alti funzionari di governi stranieri da nomi fantascientifici, e poi ad utenti anche non registrati! Posti il mio commento e la foto dei sanitari sulla pagina Facebook della cena di classe, la prego.

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