giovedì 26 gennaio 2012

Little Chinese Italy

"Somewhere in Zhejian" China, 2012, Ph. Milo Sciaky



"GGNNRRCCCREEEZZZZ..." il pulmino scalcagnato aggredisce le curve maltrattando cio' che rimane delle sue povere sospensioni e aggredisce i passanti rurali che si salvano solo se si scansano "...PPPUAAAHHH". 
La signora con il sobrio piumino giallo si volta verso di noi e sorride compiaciuta. Non ha fatto altro da quando siamo saliti a bordo: ridere e scaracchiare. Due occidentali seduti composti a contemplare il paesaggio che scorre fuori dai finestrini non e` proprio roba da tutti i giorni. Ride e scaracchia verdognoli grumi di catarro dove le capita, ma sempre rispettosamente e perpendicolarmente al pavimento del mezzo pubblico con una tolleranza di una trentina di gradi di angolazione.
Nella regione cinese dello Zhejiang (poco sotto Shanghai), infatti, non si sono svolte le Olimpiadi e quindi gli abitanti di questa vasta area, cosi come tanti altri loro connazionali in giro per il paese, non sono stati educati per tempo riguardo le buone maniere conformi all'occidental pensiero. Ignorano, in questa maniera, di causare nausee e conati ai Waiguoren. "GGGNNNRRRCCRREEZZ... PUAHHH!!!". Sorriso.
Il desiderio di avventura pero' e' cosi forte che tutto questo ci sfiora appena, complice l'abitudine a certe pratiche folcloristiche ed essendo molto piu' importante, a nostro avviso, azzeccare il punto esatto, in mezzo alle lande cinesi e sperdute, in cui cambiare autobus per raggiungere la nostra destinazione. 
Non esistendo vere e proprie fermate, ma solo la consuetudine per la gente del posto di alzare il braccio per fermare il veicolo (o esserne travolti), la missione richiede la massima concentrazione finche' non scorgo una tozza, anziana e imbacuccata figura alzarsi e guardarmi diritto negli occhi scandendo quelle parole che a una prima pronuncia scambio per l'n-esimo dialetto cinese, ma che, una volta ripetute dall'omino, assumono un'incredibile chiarezza: "scendere, scendere questa fermata". Il signore che sorrideva divertito ci stava invitando a scendere con lui per cambiare autobus: parlandoci in italiano.
Laura ed io lo seguiamo un pelo attoniti. Una volta scesi dall'autobus cominciano le presentazioni. Avevamo trovato, in un posto in cui non ci si arriva per caso sbagliando strada e a momenti manco cercandolo per davvero, un tizio che guardandoci in faccia aveva capito che eravamo due italiani smarriti. Aveva percio' deciso di aiutarci, probabilmente considerando che le 4 parole in croce con cui ci eravamo rivolti alle persone sul bus in cerca di informazioni  per arrivare a destinazione, non ci avrebbero reso la dovuta giustizia.
Il signor Zhen, ci racconta, era partito dalla citta' proprio come noi la mattina presto ed era diretto al suo paesello tra le montagne per passare una mattinata spensierata in compagnia della sorella e dei vecchi amici... e nostra. Tutto questo dopo aver lavorato a Firenze 25 anni a "fare borse" ed essere tornato in pace e in pensione in Cina. E perche' no?

To be continued...

Nessun commento:

Posta un commento