"sono SCONCERTATO, mi aspettavo una riduzione della pena" Callisto Tanzi, Patron (ex) della Parmalat
L'ex patron Di Parmalat, Callisto Tanzi, è sconcertato. Porcamiseria.
Ieri la corte d'appello del Tribunale di Milano ha confermato per lui la condanna di primo grado a 10 anni di cacere (che siamo sicuri sconterà fino all'ultimo giorno) per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza e ribaltando lo stesso verdetto ha riconosciuto agli oltre 32mila risparmiatori, rimasti truffati dal crac Parmalat del 2003 e costituitisi parte civile, un maxi risarcimento con una provvisionale (una sorta di acconto) immediatamente esecutiva (pari al 30%).
Una vittoria clamorosa delle forze del bene, che non solo hanno confermato i 10 anni a Tanzi e disposto il maxi risarcimento, ma hanno anche modificato il verdetto nei confronti del responsabile della Parmalat Venezuela Giovanni Bonici condannandolo a 2 anni e 6 mesi di reclusione e dell'ex consigliere indipendente della società Luciano Siningardi, condannato invece a 3 anni. Erano entrambi stati assolti in primo grado. Olè.
L'ex n°1 di Parmalat ora 71enne fondò la società nel 1961 quotandola in borsa nel 1990. Fu arrestato nel 2003 quando il suo gruppo aveva raggiunto dimensioni imponenti: 148 sedi in 31 paesi. Un colosso simile per forza fa così tanto rumore quando cade.
Il filone milanese del processo (che non riguarda la bancarotta Parmalat da 14 Miliardi di euro, che compete alla Procura di Parma) lo aveva condannato il 18 dicembre 2008, oltre alla pena di 10 anni, anche a risarcire del danno i risparmiatori, ma con un procedimento civile separato. Tanzi risultava però essere nulla tenente. Una situazione assai strana considerando che il 5 dicembre 2009 gli uomini della Guardia di Finanza gli sequestrarono a Parma un "tesoretto" di 19 opere d'arte su cui però si erano già posati gli occhi famelici di altri creditori come la nuova Parmalat.
Pare che questo sia comunque uno dei pochi scandali economico-giudiziari italiani in cui i risparmiatori non siano restati con un pugno di sabbia in mano, infatti, sono riusciti a recuperare circa il 67% di quanto avevano investito e questo tramite transazioni con banche internazionali e distribuzione dei dividendi.
Ieri sera, al termine del processo uno dei difensori di Tanzi, Giampiero Biancolella, ha annunciato il ricorso in Cassazione, dove il processo dovrà però essere celebrato prima del 2011, altrimeni scatterebbe la prescrizione. Questo si che sarebbe un vero peccato!
Fonte: "Corriere della Sera"
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