E' con umiltà che invoco pazienza e comprensione. L'occupazione di Blogger (termine orrendo) è nuova per me, diciamo che ha un paio di giorni e non è certo per boria che il secondo articolo tratta di argomenti di rilevanza planetaria ossia Obama e Wall Street, ma che volete farci? La notizia del giorno sembra essere questa! Ovviamente non l'ho scelta per la sua importanza nel panorama dell'informazione odierna, ma mi si è offerta come spunto per tracciare, anche per chiarezza personale, una sorta di riassunto degli ultimi avvenimenti economici europei e mondiali, a causa dei quali, nella mia testa di figlio della televisione, si era delineato uno scenario postnucleare stile Kenshiro. Oggi scorgo un barlume di speranza. E di questa speranza voglio parlare.
Ieri notte il Senato degli Stati Uniti ha approvato la riforma finanziaria che, con 55 voti democratici e 4 repubblicani, si propone di cambiare il volto sempre più impopolare del settore bancario statuinitense, mettendo un freno all'anarchia affarista dei potenti faccendieri di Wall Street. Il presidente Obama potrà quindi firmare un'altra legge storica, dopo quella sulla sanità, che "non intende punire le banche, ma proteggere i consumatori" ossia, tradotto dal politichese in un linguaggio più comprensibile: "avete tirato troppo la corda e ora vi sistemo io". Lo stesso Presidente ha rivelato che l'iter di approvazione ha dovuto superare una feroce resistenza di orde di lobbisti preoccupati che la nuova regolamentazione avrebbe potuto intaccare i loro interessi.
La riforma si articolerà sostanzialmente in 4 punti:
- I fondi hedge e private equity dovranno essere sottoposti a controlli. Controlli.
- La federal Reserve disporrà di maggiori poteri di intervento e di controllo. Controllo.
-Sarà creata una nuova agenzia che si occuperà di proteggere i consumatori. Proteggere.
-Si cercherà di rendere più trasparente le operazioni sui derivati. Trasparente.
Le regole mirano insomma a chiudere, o quanto meno arginare, quella "zona grigia"che è alla radice degli scandali finanziari, mirando a contenere il rischio di nuove situazioni di crisi.
Intanto nel Vecchio Continente sembrano essersi calmati i nervi a una settimana da quella che "The Economist" aveva titolato come "la notte che l'Euro rischiò di sparire", dopo che il salvataggio disposto della Grecia, le esitazioni dei leader politici, prima fra tutti la cancelliera tedesca Angela Merkel, e i dubbi sulla tenuta di Portogallo e Spagna avevano minato anche la fiducia nella sopravvivenza dell'Italia, simpaticamente indicata dall'agenzia di rating Moody's come la prossima sulla lista. Dichiarazione professionalmente smentita il giorno seguente.
La drammaticità della situazione sui mercati finanziari ha portato il governo italiano, nella persona del Ministro Giulio Tremonti, ad accelerare la discussione sulla manovra correttiva nel consiglio dei ministri in programma per Martedì.
Tale manovra economica per il biennio 2011-2012 dovrebbe avere un'entità tra i 27 e i 28 miliardi e comprenderà:
- Tagli struttrali alla spesa pubblica
-Interventi sulle pensioni (finestre di uscita 2011)
-Blocco del turnover nel pubblico impiego.
Ma sulla scia di quanto avvenuto in Grecia per le misure di austrity varate dal governo, la paura che aveva assalito l'opinione pubblica e cioè che a pagare i costi di sta benedetta crisi sarebbero stati sempre gli stessi, è stata smorzata in prima battuta dal Ministro leghista Roberto Calderoli, che con uno urlo che era sembrato un tempestivo, quanto dovuto, slancio propagandistico, aveva invocato un taglio del 5% degli stipendi dei parlamentari. Taglio definito dallo stesso ministro dell'economia "solo un aperitivo".
Ed ecco che accanto a quanto sopra indicato è ora allo studio dei tecnici di Via xx Settembre anche il taglio del 10% agli stipendi dei dirigenti pubblici e del 15% dei ministri e politici.
I malpensanti, di cui io faccio parte, saranno convinti che quel 15% uscito dalla porta rientrerà entro breve tempo dalla finestra, ma questa volta voglio provare a fidarmi, poichè considero prioritario l'aspetto che a quanto pare è il perno del capitolo fiscale della manovra: la lotta all'evasione. Vorrei tanto che certa gente cominciasse a considerare l'idea di poter subire delle conseguenze senza aspettare di essere "salvati" da condoni, scudi, o armature.
P.S. Stamattina, durante la rilettura di quest'articolo, apprendo da Sky tg24 che la Guardia di Finanza ha sequestrato lo Yacht "Force Blue" del Briatore nazionale, accusato di frode fiscale e contrabbando. Coraggio Flavio! siamo tutti con te!
Fonti: "il Sole 24 Ore", "The Economist", "SkyTg24", "Corriere della sera edizione online"
l'iter di approvazione non è ancora concluso per parlare in italianese c'è un po' di "navetta" ora !
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