sabato 22 maggio 2010

Milano brucia. Lentamente, ma brucia

"Sputatore di fuoco al May Day" Ph. Milo Sciaky, Milano, Maggio 2010



Ho sempre pensato che la cosa più divertente per un giornalista fosse trovare un titolo per il suo articolo. Da fotografo non ho mai pensato che dare il titolo a una foto potesse dare la stessa soddisfazione, ma adesso che mi propongo di fornire un'informazione indipendente posso farlo senza restrizioni e la soddisfazione che provo è massima.


Milano è una città aperta. E' ovvio: il 2015 è alle porte e all'ombra della Madonnina sarà ospitato l'Expo. Già l'Expo. . .
Milano è una città aperta. Lo ripetono senza sosta politici, politicanti, artisti e affaristi quando la giunta comunale promuove qualche iniziativa aperta a mostrare o condividere il talento di quel designer o quell'artista nel circo dei vari Saloni. Mobile, Design, Moda, Artigianato, Cartadaparati. Tutte occasioni perfette per scroccare un aperitivo in quell'atelier aperto o nello showroom aperto della firma famosa, strafavolosa griffante borsette, scarpette, magliette, striscette di coca.
E' aperta quando per le vie del centro sfilano gli alpini, la Cgil, gli studenti, i bersaglieri, le maschere del Teatro Alla Scala, i centri sociali e i militanti di Forza Nuova con le bandiere rosse e la celtica nera... no. o meglio, si.
No. Almeno oggi. Diciamo questa mattina, perchè il pomeriggio (di oggi ndr) pare di si. Dopo una settimana di tira-e-molla con la Questura il permesso per un presidio + comizio domani Sabato 22 Maggio è stato concesso. Certo, poca roba rispetto all'annunicata manifestazione-parata militare che sarebbe dovuta partire dai Bastioni di Porta Venezia per terminare in Piazza Duomo, ma almeno si è scongiurata la possibilità di aggregazioni selvagge e improvvisate in giro per la città, con il rischio poi di scontri con i centri sociali, riuniti in un presidio in Piazza 24 Maggio, che proprio all'adunanza di estrema destra, nella città simbolo della resistenza, si erano animatamente opposti insieme ad altre sigle di sinistra. Anche loro avevano chiesto il permesso di sfilare in corteo. Permesso negato. Domani vedremo.
Cazzo domani! domani si gioca la finale di Champions League tra Inter e Byern! La città si è aperta ancora e ha pensato bene di allestire un megaschermo per aggregare centinaia di tifosi e permettergli di tifare la loro squadra del cuore. Dove? In piazza del Duomo! Milano è una città aperta! E' stata aperta anche quando l'Inter ha giocato la semifinale contro il Barcellona e l'indomani la festa dei tifosi si è svegliata con una grossa scritta a bomboletta viola insultante gli avversari sconfitti su un muro cittadino. Quale muro? Quello del Duomo!!! La città è aperta! Le gabbie pure! venite, venite!
Intanto visto che Milano è una città aperta prende la parola Paola Frassinetti, deputata Pdl (dalla parte di AN prima del matrimonio politico con Forza Italia) che secondo quanto riportato dal Corriere della Sera di oggi si chiede per quale motivo la manifestazione di FN sia stata vietata dal momento che tutti in democrazia hanno diritto di esprimere le proprie opinioni, garantendo che si sarebbe mobilitata anche per la sinistra perchè "è una questione di libertà". Ed ha ragione. Dipende poi come si vuole usare questa libertà. Perfino il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un' inchiesta nella quale due giornaliste denunciavano un ritorno di ideologie razziste e xenofobe imputando parte del fenomeno all'ascesa politica sempre più massiccia della Lega Nord. Personalmente mi sembra un'analisi un pò forzata, ma certi argomenti vanno trattati con le dovute molle. Le differenze tra i termini "Democrazia" e "regime totalitario" almeno alla Camera dei Deputati andrebbero assimilate.
Milano è una città aperta, ma brucia e ieri il fuoco si è visto. La colonna di fuoco che si innalzava dalle ceneri umane del campo Rom di Via Triboniano. La colonna di fuoco che il teleboiettivo di un collega è riuscito a immortalare da lontanto. Robert Capa diceva che se le tue foto non sono abbastanza buone vuol dire che non sei abbastanza vicino ed è vero, ma il problema non è del collega, è di Milano che è una città aperta e ama farsi raccontare durante le prime del Teatro, durante i comizi elettorali, durante le manifestazioni sportive o culturali debitamente patrocinante da quell'ente/azienda/fondazione, ma che non ama mostrare i muscoli quando serve. Più avanti di cosi non si va. A 400 metri si lanciano sassi, bastoni, lacrimogeni, monetine, e ci sono donne, vecchi, bambini li in mezzo, ma non si sa mai. Per l'ordine ci sono i poliziotti, e va bene così. Per il fuoco ci sono i pompieri, e va bene così. Per i feriti ci sono le ambulanze, e va bene così. Per raccontare ci sono i comunicati stampa del vicesindaco Riccardo De Corato (a proposito: cancellami dalla mailing list).
Milano ha un problema di apertura: è un teatro stracolmo di gente che all'uscita si trasforma in un serpentone umano che si accalcata contro l'unica uscita e che premendo cerca di uscire per fumarsi finalmente una sigaretta, mentre fuori un pirla cerca di entrare perchè ha scordato il soprabito su una delle poltroncine. E' un problema di apertura.
C'è stato un problema anche a Febbraio quando, per dirla con le parole del Questore Vincenzo Indolfi in "Viale Padova" (che è una Via, notare bene) alcune decine di giovani egiziani hanno letteralmente messo "a ferro e fuoco" un intero quartiere distruggendo tutto quello che troavano dopo che un loro connazionale, il 19 Abdel Aziz, era stato ucciso da una gang di sudamericani in seguito a un diverbio.
E poi c'è il problema di Chinatown. Bella grana quella, e con il ritmo al quale quelli aumentano di numero è indispensabile trovare una soluzione e in tempi brevi. Apriamo Milano. No chiudiamo Via Paolo Sarpi al commercio all'ingrosso. Ci mettiamo 4 telecamere, 8 aiuole, e 3 acquari con pesci tropicali. Problema risolto.
In compenso si potrebbero aprire un' altra decina di cantieri. E un paio di nomi a cui affidare i lavori già li ho in mente.

1 commento:

  1. spero non ti dispiaccia se mi prendo questa foto per metterla sul mio profilo facebook, grazie per la pubblicità indiretta e complimenti per lo scatto. in amicizia: Fachiro Simone Calati

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