"City of dreams", Macao, 2011. Ph. Simona Corno
Il bello dello scoprire arriva quando effettivamente si scopre qualcosa. Eventualita` non troppo difficile se con un click o una mezz`ora di documentario alla tivvu` si vengono a sapere, comodamente dal sofa`, molte questioni prima ignote.
Andando molto lontano, e andandoci piu` volte, spingendomi preferibilmente verso l`enorme e remota Cina, ho sempre pensato che avrei toccato con mano l`ignoto e il misterioso, quelli veri riservati solo agli intrepidi esploratori , e che mi sarei riempito gli occhi di paesaggi tradizionali mozzafiato, di saggi contadini immersi in bucoliche atmosfere, di monaci custodi della Verita` e di energia. Energia ovunque. Poi sono stato costretto a ridimensionare la mia sete di misticismo e abbandonare l`idea di poter trovare del vero e dell`autentico solo perche` sarei andato a cercarli lontano da casa.
E un giorno sono stato a Macao. L`altra regione ad amministrazione speciale cinese insieme a Hong Kong e Taiwan, sotto il dominio portoghese per 500 anni, dove il vero e l`autentico sono stati letteralmente inghiottiti dalle luci di faraonici casino'. Questa piccola oasi del gioco d`azzardo ospita, tra gli altri, il Venetian, il piu` grosso casino` del mondo, che tra canali veneziani e gondole, misura tre vole quello della sorella statunitense Las Vegas, a cui ha da pochi anni soffiato il primato di "citta` del gioco" assembrando su una superficie di 30km2 ben 33 casino` di dimensioni capaci di rendere l`uomo un microscopico esserino inutile.
I cinesi hanno la mania del gioco e a centinaia, ogni ora, arrivano dalle citta` vicine e meno vicine della madrepatria, cosi come arrivano turisti da ogni dove, per placare la loro fame di azzardo. L`economia di Macao, infatti, si basa su quello e gli investimenti cinesi hanno reso tutto molto piu` possibile visto che il governo di Pechino non permette l`esistenza di alcun Casino` a casa sua.
Eppure, liquidare Macao trattandola solo da questo punto di vista sarebbe estremamente riduttivo e poco generoso. Ebbene. Li ho scoperto. Ho scoperto un posto unico nel suo genere. E devo dirlo: mi sono stupito. Per quanto violentata e sempre piu` vicina a sembrare un albero di Natale, questa regione ha un`anima tutta sua. Un`anima europea che sussurra timida al passaggio dei predoni di turno cercando di rivendicare la sua identita` particolare: le sue piazzette con la chiesa e il giardinetto alla francese, i suoi negozi con le insegne in portoghese e la Pataca (la moneta locale) che vale tanto quanto il dollaro di Hong Kong anche se poco di meno. Il prezzo rimane comunque uguale "tanto valgono quasi lo stesso" dicono i negozianti che accettano invariabilmente entrambe le valute senza, all`apparenza, cagarsi troppo la differenza di cambio.
Probabilmente il fatto di non avere i soldi per giocare o, diciamolo, l'interesse, ha fatto si che potessi, accompagnato dalla mia curiosissima fidanzata, andare alla scoperta delle tracce coloniali portoghesi che avendo abitato questa strana penisola per parecchio tempo, non possono certo essere cancellate da 4 slot machines. E poi sentire dei cinesi parlare portoghese vale il viaggio. A Macao e` proprio tutto possibile!
I cinesi hanno la mania del gioco e a centinaia, ogni ora, arrivano dalle citta` vicine e meno vicine della madrepatria, cosi come arrivano turisti da ogni dove, per placare la loro fame di azzardo. L`economia di Macao, infatti, si basa su quello e gli investimenti cinesi hanno reso tutto molto piu` possibile visto che il governo di Pechino non permette l`esistenza di alcun Casino` a casa sua.
Eppure, liquidare Macao trattandola solo da questo punto di vista sarebbe estremamente riduttivo e poco generoso. Ebbene. Li ho scoperto. Ho scoperto un posto unico nel suo genere. E devo dirlo: mi sono stupito. Per quanto violentata e sempre piu` vicina a sembrare un albero di Natale, questa regione ha un`anima tutta sua. Un`anima europea che sussurra timida al passaggio dei predoni di turno cercando di rivendicare la sua identita` particolare: le sue piazzette con la chiesa e il giardinetto alla francese, i suoi negozi con le insegne in portoghese e la Pataca (la moneta locale) che vale tanto quanto il dollaro di Hong Kong anche se poco di meno. Il prezzo rimane comunque uguale "tanto valgono quasi lo stesso" dicono i negozianti che accettano invariabilmente entrambe le valute senza, all`apparenza, cagarsi troppo la differenza di cambio.
Probabilmente il fatto di non avere i soldi per giocare o, diciamolo, l'interesse, ha fatto si che potessi, accompagnato dalla mia curiosissima fidanzata, andare alla scoperta delle tracce coloniali portoghesi che avendo abitato questa strana penisola per parecchio tempo, non possono certo essere cancellate da 4 slot machines. E poi sentire dei cinesi parlare portoghese vale il viaggio. A Macao e` proprio tutto possibile!
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