sabato 5 novembre 2011

Concorso fotografico "regala un archivio di foto a RCS"

Statua raffigurante la Giustizia nel Tribunale di Milano. 2010 Ph. Milo Sciaky


Il mondo è dei furbi. Ci scagliamo quotidianamente contro "i furbetti" che infestano ogni buco del Paese e che forti di una coscienza balorda e deviata finiscono per prevaricare sui più puri e ingenui, i quali persistono nella convinzione che comunque vadano le cose intorno a lroo, l'importante sia tirare dritto, lavorar sodo e cercare di essere una persona migliore.
Benedetti siano quindi i giornali, strumento cardine della democrazia, che consentono ai cittadini di essere informati e di formarsi un'opinione sui fatti di interesse pubblico smascherando schifezze, complotti, orge con maggiorenni e con minorenni, tangenti, appalti, promozioni, assunzioni, presunzioni di innocenza. E poi stupri, furti, omicidi, sciagure, calamità per cui, a maggior ragione, serve l'ausilio di immagini potenti, d'impatto, che la concorrenza tra produttori di queste meraviglie visive contribuisce ad aumentarne l'estetica, la forma, la composizione, in definitiva, la bellezza delle foto stampate sulle pagine del giornale.
Il digitale ha reso possibile a chiunque scattare ed eleaborare un'immagine migliorandola, ma io, come fotografo, sono cresciuto (non nato per fortuna) nell'era del digitale e quindi questa è cosa buona e giusta. Poi il sodalizio con internet ha aperto un mercato più ampio fatto di siti, blog, e informazioni e immagini e immagini e informazioni e così via. Il piccolo danno collaterale sta nel fatto che il materiale prodotto non ha controllo e la gente che carica foto su Facebook, sui blog personali, che le scarica e le invia ignora un aspetto particolare chiamato Diritto d'Autore (notare con quale sublime correttezza in questo blog sono presenti solo foto scattate da me medesimo). Lo ignora, il che, in buona fede, può non essere un dramma se non fosse che il risultato è un'abbassamento dei prezzi retribuiti a chi per vivere scatta le foto e le vende ai giornali. Esatto. Buona fede... esatto.
I giornali quindi si avvalgono della collaborazione di fotografi professionisti. Così come avviene sulla versione cartacea, quando si ricordano, inseriscono pure i relativi crediti (nome), pagano le foto e dopo 120 giorni circa il nostro fotografo riceve i soldi meritati. Succede così che per rientrare nei bilanci disastrosi i colossi dell'informazione taglino le spese. Prima le fotografie ovviamente, con tagli netti dei prezzi anche del 50% tanto si sa: c'è crisi e si deve tirare la cinghia.
Ma succede dell'altro. Succede che ai giornali stia sul cazzo pagare i fotografi per immagini che non siano di scenari di guerra o di personaggi famosi perchè certo mica ci possono andare tutti in certi posti e allora ben vengano i fotografi. Si inventano così dei CONCORSI FOTOGRAFICI in cui i lettori sono invitati, dietro la promessa di lussureggianti premi, a inviare le loro foto migliori al giornale in questione con didascalie annesse. Il principale quotidiano del paese, il Corriere della Sera, ne promuove caldamente più di uno in questo momento. Foto di viaggio, di città, di momenti, di cose, alla fine chissenefotte: sono solo lettori che non sono mica capaci di fare le foto, tranquilli!
Si da invece il caso che molti lettori facciano delle foto buone, in alcuni casi il lettore è anche un fotoamatore di 50 anni con 30 anni di attività fotografica saltuaria sulle spalle e che quindi le foto le sa fare eccome. E quindi il giornale autorevole annusa la prelibata occasione e scrive in fondo al regolamento di partecipazione, che come tutti i regolamenti è lunghissimo tanto nessuno lo legge, quanto segue:


"Il partecipante, con l’adesione all’iniziativa, cede alla società RCS Digital S.p.A. il diritto per usare (anche a scopo pubblicitario), modificare, riprodurre anche parzialmente, diffondere (con qualsiasi mezzo consentito dalla tecnologia e secondo le modalità da RCS Digital S.p.A. ritenute più opportune), distribuire, preparare opere derivate, visualizzare e divulgare in qualsiasi formato e tramite qualsiasi canale le foto/i video presentate all’iniziativa, anche se congiunte alla propria immagine."

In pratica che succede?  Succede che in maniera gratuita (senza pagare) il Corriere crea un archivio di immagini di ogni sorta regalate dai lettori, fuori periodo natalizzo. Evabbè oh, tanto ormai l'uso truffaldino di internet ci ha fottuti comunque a noi. Ma il lettore-fotografo magari non ha dimestichezza con pratiche sodomite quindi non lo sa o non gli importa di venir inchiappettato, tanto di mestiere fa dell'altro e poi è bello vede le foto del proprio viaggio sul giornale, ma il giornale in questione con questo scherzetto si riserva il diritto di pubblicare le immagini inviategli per articoli, per libri, ma soprattutto per realizzare delle pubblicità! Tutto gratuitamente e senza aver mosso il culo o sostenuto spese di viaggio/produzione, e lo fa, sono sicuro, con un ghigno da figliodiputtana.
In questi giorni comici-attori come Enzo Iacchetti e quell'altro li, Brignano, hanno urlato la loro indignazione mandando Vaffanculo a caso. Io vado a botta sicura. Vaffanculo.

3 commenti:

  1. Sacre parole mio caro collega, è la rabbia della nostra categoria che trova da un lato gente poco competente e dall'altro squali senza scrupoli. Sei molto ottimista con quei 120 giorni ma in realtà sai bene anche tu che sono molti di più. Attualmente nostri colleghi dal Corriere ricevono i pagamenti delle foto scattate in aprile 2011. Non 120 giorni, ma 210 giorni, stesse cifre ordine diverso. Che dire poi di quel collega che si è visto piazzato sul sito del Corriere online un proprio video che aveva già proposto allo stesso giornale ricevendo in risposta un "no grazie non siamo interessati". Poi qualche piccola ricerca e lo stesso video viene preso da youtube, piazzato sul sito per 6 mesi (con i soli diritti di pubblicazione ci si potrebbe pagare parte del mutuo) senza neanche citare la fonte da cui si è preso. In questo modo sembra che il video sia stato prodotto dal Corriere della Sera, che non ha prodotto un bel niente e non ha neanche pagato il fotogiornalista. Adesso la domanda nasce spontanea: perchè accanirsi col povero CDS? Perchè se un colosso di quelle dimensione con l'etica professionale ci si pulisce il culo, è difficile immaginare come si comportino i piccoli giornali che vivono grazie alla pubblicità di Mimmo il fiorista? L'ordine del giornalisti in tutto questo? Continua a richiederti ad inizio d'anno i 100 euro per la quota associativa. Tutto il resto è noia!!

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  2. Tutto il resto è una truffa amico mio.
    Che Internet sia lodato, perchè tanto i furbi e i disonesti erano in giro anche prima.

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  3. Ecco miei cari un simpatico post twittato oggi dall'Agenzia di stampa AGI: "State seguendo una delle manifestazioni nelle città italiane? Mandateci le vostre foto"
    Hanno seguito pure loro il buon esempio. Badate che in questo caso si richiede materiale "fotogiornalistico", non di viaggio. Esso, in quanto tale, dovrebbe provenire da una fonte giornalistica di comprovata etica professionale e non dal primo ragazzetto i-phone munito. Ricordiamoci: le notizie vanno date basandosi su fonti verificate. Non mi pare sia questo il caso.
    Nessuno vi obbliga a comprare delle immagini se non volete. Bene. Fate uscire la pagina con il testo e basta cazzo.

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