Meno male che ci sono i mondiali di calcio. Meno male perchè così almeno il terreno dei bisticci istituzionali può finalmente spostarsi dai palazzi romani, dai comizi di piazza, dalle pagine dei giornali, dai tiggì in televisione, dai microfoni delle apparecchiature per le intercettazioni, dalle coste smeralde e non a lidi ben più lontani, ma che per la durata di un mese abbondante sono al centro dell'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo: gli stadi di calcio sudafricani.
Il mondo politico difficilmente rinuncia alla polemica sempre e riguardo a qualunque cosa. Figuriamoci se in un periodo prossimo a quello estivo, quando di spunti per litigare o spararle grosse ce ne sono sempre meno, si sarebbe potuto far scappare un occasione così ghiotta. Ed ecco che nel centro del mirino è finita la nazionale di calcio del nostro bel paese, che così, tanto per rispolverare un pò la memoria a medio termine, è campione del mondo in carica. Certo, una nazionale giustamente criticata dopo due pareggi nelle prime due partite, contro squadre mediocri per giunta, ma che già prima della partenza per l'avventura sudafricana era stata tirata in ballo dal folcloristico ministro delle riforme, il leghistissimo Roberto Calderoli: "E' giusto che anche il mondo del calcio partecipi ai sacrifici degli italiani difronte alla crisi". Giustissimo. Dal sapore un pò retorico, ma ha un senso. A ribattere il Gattuso nazionale soprannominato "Ringhio": "Noi non parliamo mai di loro, invece i politici parlano sempre di noi e magari strumentalizzano spesso le nostre parole. Questo mi fa diventare matto". Giusto. Che i politici strumentalizzino le parole è un dato di fatto. A stretto giro anche il capitano Fabio Cannavaro: "Le polemiche politiche sui nostri compensi? questo purtroppo è un paese ridicolo". Ahia, occhio capitano, tu guidi la squadra di un paese di milioni di ridicoli. Ma Cannavaro è un calciatore, mica è un diplomatico. Era il 7 giugno.
Poi cominciano i mondiali, anzi, un pochino prima, il 6 giugno, ci aveva pensato Marchisio a dimostrare l'attaccamento ai colori nazionali e il livello cerebrale di alcuni giocatori, quando, durante l'amichevole pre-mondiale contro la Svizzera, aveva storpiato le parole dell'inno di Mameli intonando, col sorriso divertito sulle labbra "Roma Ladrona". Un autentico genio. Ma Marchisio pare sia un "ragazzo esemplare". Cacchio. Saranno stati esemplari ovviamente anche i cronisti di radio padania quando hanno esultato al gol subito dalla Nazionale nella partita d'esordio, o mi sbaglio?
Poi la polemica si sgonfia un pelo. Ci si ricorda che nel frattempo, in Italia e all'estero, capitano cose importanti come la Manovra, il DDL intercettazioni, l'apprezzamento dello Yuan, la Marea Nera che neanche Harrison Ford riesce a fermare. In mezzo a queste cose importanti l'Italia segna un gol. Poi ne ne subisce uno. Poi però ne prende un altro da un tizio che vive in Nuova Zelanda, che a occhio e croce sta dalle parti dell'Australia, e che era marcato addirittura da Capitan Cannavaro. Poi grazie al cielo un calcio di rigore sistema tutto. 1-1. Palla al centro. E' così che presto le cose importanti diventano le sfilate milanesi della Moda Uomo, il matrimonio del barese Cassano a Portofino, e l'estate si insinua nell'umore degli italiani e nelle complici pagine dei settimanali di gossip, che d'estate, con il fancazzismo all'ombra degli ombrelloni fanno affari d'oro, e gli argomenti importanti diventano fumo fitto, che si fa via via sempre più rado e invece Maradona di partite ne vince tre su tre. Domenech manco una e tornatevene a Parigi, Nantes, Marsiglia Bordeaux, fino a quando però il Grande Architetto decide di mettere ordine nelle priorità degli italiani e per bocca di Gianfranco Fini l'Italiano, fa partire una bella sferzata di vento polemico rigenerante, quando gli fa dichiarare che la Padania tanto cara alla Lega non esiste ed esiste solo la nostra Italia. Visto che siamo a metà tra il politichese e il gergo calcistico definiamo pure l'esternazione a freddo di Fini come un fallo da frustrazione: il tentativo di un paio di mesi fa con cui ha timidamente cercato di buttare giù dal trono l'imperatore Silvio cavalcando un presunto calo irreversibile dei consensi del Cavaliere è miseramente fallito, lui se ne è tornato, le gambe penzoloni, sulla poltrona di Montecitorio a suonare la campanellina, e "Meno male che Siiiiilviiioooo c'èèèèè!!!".
A rispondere all'ex leader di Alleanza Nazionale è lo stesso Bossi, che forte dell'appena celebrato ventennale del raduno leghista a Pontida gli risponde che: "ci sono grosso modo 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania. Vuol dire che esiste. Non c'è uno Stato padano, ma la Padania esiste". Il Senatùr, incline alla polemica e alle battaglie, aggiunge che tanto Fini i voti del nord non se li prende e rilancia la palla nel campo avversario, in tutti i sensi, dichiarando che tanto, nell'ultima partita disponibile per la qualificazione agli ottavi di finale, quella contro la Slovacchia, l'Italia (la Federazione ndr.) si comprerà la vittoria. Accipicchia. Eccoci tornati all'argomento di partenza. Ormai il paese è così solido, ricco, felice e appagato in generale che l'unico argomento di cui vale la pena parlare e misurare il valore di chi lo guida e di chi lo sfrutta è il calcio. Un momento. In realtà è così sempre. Se non ci sono i mondiali c'è il campionato e lì è anche peggio! Non riusciamo a vivere senza calcio. Berlusconi è addirittura il proprietario del Milan. E' un uomo abituato a incassare bordate e a lanciarne, ma su questo terreno di gioco si stà dimostrando molto prudente. Pensiamo dunque un momento all'intreccio surreale sopra descritto. Al suo risvolto politico: abbiamo un governo di fatto fondato su tre entità: Il milanista Silvio Berlusconi che si trova a fare da ago della bilancia tra due posizioni che più opposte non si può. Quella del nazionalissimo Gianfranco Fini e quella del sempre più potente leader della Lega Nord che nonostante il ruolo istituzionale ricoperto da sè stesso e dai suoi, il giuramento sulla Costituzione e quelle cose lì, non solo non tifa Italia, ma lo sbandiera tranquillo ai quattro venti, esultando solo quando Maurizio Ganz segna il gol della vittoria contro la Lapponia nel torneo calcistico delle nazioni non riconosciute portando così alla vittoria la squadra della Padania. Calcio & politica. Allora la Padania esiste o no?
no no ganz ha segnato contro il tibet io c'ero e anche qualcun'altro.... e non per lavorare ma perchè il suo sangue (impuro) è verde !!
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